Ho vissuto la morte di mio padre, mia sorella, ed il mio primo amore, negli passati ed in un certo qual modo mi sento in contatto con loro, soprattutto attraverso i sogni. Mi aiutano. Tu e Susie sentite mai che vostro figlio Arthur sia lì con voi e che comunichi con voi in qualche modo?
CYNTHIA, SHELBURNE FALLS, VT, USA
Cara Cynthia,
Questa è una bellissima domanda e sono grato tu l'abbia posta. A me sembra che, se amiamo, proviamo dolore. E' questo l'accordo, il patto. Il dolore e l'amore sono sempre intrecciati. Il dolore ci ricorda sempre quanto profondo sia il nostro amore e, come l'amore, il dolore non è negoziabile. C'è una vastità, nel dolore, che è in grado di sopraffare il nostro minuscolo 'io'. Siamo piccole, tremanti grappoli di atomi inglobati dalla presenza imponente del dolore. Occupa il centro del nostro essere e si estende fino alle nostre dita, ai limiti dell'universo.
In quel turbinio vorticoso ci sono tutti i tipi di follia; fantasmi e spiriti e apparizioni oniriche, e tutto quello che noi, nel nostro tormento, vorremmo fosse reale. Questi sono regali preziosi che sono tanto validi e tanto reali, per quanto noi abbiamo bisogno che lo siano. Sono lo spirito guida che ci fa strada attraverso il buio.
Io sento la presenza di mio figlio, tutto intorno a me, ma potrebbe non esserci. Lo sento che mi parla, mi consiglia, mi guida, tuttavia potrebbe non esserci. Fa visita a Susie nei sogni in maniera piuttosto regolare, le parla, la conforta, ma potrebbe non esserci. La paura del dolore risveglia gli spiriti. Questi spiriti sono delle idee, essenzialmente. Creazioni della nostra immaginazione che si risveglia dopo il dolore. Come le idee, questi spiriti ci parlano di possibilità. Segui le tue idee, perché dall'altro lato dell'idea c'è il cambiamento, crescita, redenzione. Dai vita ai tuoi spiriti. Chiamali. Falli vivere. Parlagli. Perché sono le loro impossibili e spettrali mani a riportarci nel mondo da cui eravamo stati buttati fuori; migliori, adesso, ed inevitabilmente cambiati.
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