Nel tuo "diario pieno di parole" prendi nota anche del tuo subconscio? Mi chiedo come siano i tuoi sogni e quanto influenzino l'immaginario di ciò che scrivi.

IRINA, LONDRA, UK

Cara Irina,

dei violenti killer avevano rapito Warren. I rapitori mi avevano mandato una mail, con una lista di richieste. Dovevo rispondergli con una lettera dove accettavo tali richieste. La lettera che stavo scrivendo era nello stesso ed identico formato di quelle dei Red Hand Files, con lo stesso carattere Cambria, rosso e lo stesso sfondo color crema. Il problema è che avevo problemi con la formattazione. Le lettere continuavano a mescolarsi. Il carattere continuava a cambiare. La piccola mano rosso del logo non stava su. Il tempo stava per scadere. Mi sono svegliato, tremante.

Avevo letto la tua domanda riguardo i sogni prima di andare a dormire, quella notte. La tua domanda deve aver dato vita a questo sogno, visto che è il primo che io riesca ricordare dopo davvero tanto tempo.

Io penso che ci sia una ragione, dietro ciò. In quanto cantautore, molta della mia vita da sveglio è vissuta in una sorta di tempo dei sogni. Molti scrittori ti diranno lo stesso. Lavoriamo, di conseguenza sogniamo. Anche quando non sono a lavoro alla mia scrivania e sono alle prese con la mia vita "normale", la scia residua delle parole su cui sto lavorando continua a girarmi intorno, come fossero sogni.

Per questo motivo i miei sogni notturni, mentre dormo, non sono particolarmente attivi. Almeno non in questo periodo. Difficilmente ricordo ciò che sogno e, se lo faccio, le immagini che riesco a tirarne fuori sono raramente utili per il mio lavoro. Non ne prendo mai nota.

Detto ciò, ho trascritto questo sogno. E' per te. Grazie per averlo risvegliato. Ho chiamato Warren. Pare che stia bene.

Con amore, Nick.

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