"I'm sorry it 's just rotten luck, I'm sorry I've forgotten how to fuck
It's just that I think my heart and soul are kind of famished"

("Thirsty Dog", 1994)


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[2018] The Red Hand Files - Issue #13 (torna all’elenco)

Cosa pensi della posizione di Brian Eno riguardo Israele?

CHRISTOPHER, MELBOURNE, AUSTRALIA

Caro Christopher,

ho ricevuto diversi messaggi riguardo questo argomento, quindi magari questa è un'opportunità per affrontare la questione condividendo una reale corrispondenza che ho avuto con Brian Eno. Dopo aver annunciato la mia decisione di fare due concerti in Israele, alla fine del tour mondiale dello scorso anno, Brian mi ha mandato una mail con la speranza di potermi persuadere nel riconsiderare la mia decisione. Sotto c'è la mia risposta, che in un qualche modo potrebbe rispondere alla tua domanda.


Caro Brian,

chiaramente la decisione dei Bad Seeds di suonare in Israele può essere controversa per alcune persone. Ma per essere chiari a riguardo: io non supporto l'attuale governo Israeliano, e non accetto che la mia decisione di suonare nel paese sia vista come una sorta di tacito supporto alle politiche di quel governo. E nemmeno legittimo le atrocità che hai descritto; e neanche ne sono all'oscuro. Sono bene a conoscenza delle ingiustizie sofferte dal popolo Palestinese e vorrei, con tutte le persone di buona coscienza, che la loro sofferenza avesse fine attraverso una completa e giusta soluzione, che coinvolga un enorme volere politico da entrambe le parti dell'equazione.

Come sai, ho fatto tanto per la Palestina attraverso la Hoping Foundation, dove personalmente ho tirato su 150,000 sterline per i bambini Palestinesi, quindi in un certo senso, ho già giocato dall'altra parte.

Allo stesso tempo, però, come sai non sostengo il BDS. Credo che il boicottaggio culturale di Israele sia vile e vergognoso. Infatti, questa è in parte la ragione per cui suonerò in Israele - non come supporto di una qualche particolare entità politica, ma come una questione di principio contro coloro che intendono bullizzare, gettare nella vergogna e mettere il bavaglio ai musicisti. Non ho intenzione di entrare in una discussione riguardo il fatto che il boicottaggio di Israele possa essere visto come fondamentalmente antisemita, più che altro è che non funziona (anzi, rischia di rafforzare posizioni in Israele che sono esattamente all'opposto di quelle che sostieni), ma anche lo stimato Noam Chomsky considera il BDS carente di legittimità e di per sé ipocrita.

Ciò che abbiamo qui è una fondamentale differenza di opinioni riguardo quale sia lo scpoo della musica.

Mi colpisce, mentre scrivo questa lettera, quanto potente possa essere potente una tua dichiarazione se tu andassi in Israele a dire alla stampa cosa pensi del loro attuale regime e poi fare un concerto, capendo che lo scopo della tua musica è parlare al lato migliore del popolo israeliano. Quello avrebbe molto più effetto di un boicottaggio. Ora immagina se i 1200 artisti inglesi che hanno firmato la tua lista avessero fatto lo stesso. Magari gli Israeliani avrebbero reagito in modo totalmente diverso rispetto a quanto fatto al cospetto di un antiquato negazionismo.

In definitiva, al di là delle cose giuste e degli errori degli Israeliani nei territori, Israele è una reale, vibrante e funzionante democrazia - sì, con membri de parlamento Arabi - e quindi coinvolgere gli Israeliani, che votano, potrebbe essere molto più d'aiuto che spaventare gli artisti o spegnere ogni tentativo di coinvolgimento.

Ti auguro il meglio,

Nick


Voglio aggiungere che Brian Eno, oltre ogni altro musicista, ha insegnato a me ed ai miei amici come fare musica. I dischi che ha fatto restano alcuni dei più importanti ed essenziali album che abbia mai ascoltato. Quindi, se sembra esserci un po' di tormento che scorre nella lettera, questo è sicuramente il caso. Sto scrivendo ad un mio eroe.

Ciò nonostante, alcune domande devono essere poste. Quanto siamo andati lontani dalla natura trasformativa della musica, per sentirci giustificati nell'usarla come arma per punire i semplici cittadini Israeliani per le azioni del loro governo? Inoltre, cosa ci ha portato al punto dove alcuni musicisti pensano che sia etico usare forme di coercizione ed intimidazione sotto forma di "lettere aperte", verso altri musicisti che non sono d'accordo con il loro punto di vista?

Di tanto in tanto mi chiedo se i Bad Seeds abbiano fatto la scelta giusta, suonando in Israele. Non riesco a rispondere alla domanda. Capisco e accetto la validità dei tanti argomenti che mi sono stati posti. Infatti, alcuni dei miei più cari amici nell'industria musicale hanno trovato difficile accettare la mia decisione, ma ecco qui, dopo tutte le considerazioni la decisione è stata presa: semplicemente ho scelto di non trattare i miei fan Israeliani con il disprezzo di cui c'era bisogno per accettare l'offerta di Brian Eno.

Con tanto amore, Nick.

 

Puoi leggere l'originale qui.



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