Perché vuoi parlare con i tuoi fan e cosa pensi di ottenere, facendolo?
JONATHAN, CHOBAM, UK
Se fossi un fiore, quale sarebbe?
GISELA, PORTO, PORTOGALLO
Cari Jonathan e Gisela,
sto scrivendo questa risposta di prima mattina, da Brisbane. Ieri ho fatto questo show "In Conversation" e dopo mi sono seduto a parlare con le persone.
Mentre tengo questi eventi in giro per il paese, incontro persone che mi fanno domande ponderate, coraggiose ed impegnative, molte delle quali erano in profonda sintonia con me. E' lo stesso per i Red Hand Files. Quando ho cominciato i "Files" non pensavo che le persone avessero così tanto bisogno di discorsi ponderati. Io sentivo lo stesso bisogno. Penso che i social media, per loro natura, indeboliscano sia le sfumature che le connessioni. Pensavo che, almeno per i miei fan, i Red Hand Files sarebbero potuti essere un rimedio a ciò. Il numero e l'ampiezza delle domande che ho ricevuto in questi ultimi tre mesi sono stati sbalorditivi, a dirla tutta molte non sono nemmeno domande, le persone semplicemente usano i Files per raccontare le loro storie. E' un privilegio leggere questi scritti ed è sia un privilegio che un onore essere su un palco di fronte a tutti voi.
E ora la tua domanda, Gisela!
Se dovessi essere un fiore, sarei una campanula.
Mi ricordo di me e mia moglie distesi sotto un vecchio tasso, nei Kew Gardens, nel mezzo di un enorme campo di campanule. Era il 2000 e visitammo spesso quei giardini, quella primavera. Era un periodo magico, pieno di eccitazione e promesse. Susie era molto avanti nella gravidanza dei gemelli e riuscivamo a stento a trattenerci, mentre eravamo distesi all'ombra di quel vecchio albero, coi bambini che crescevano dentro di lei, e con le fugaci campanule che ci guardavano.
Now we sit beneath the knotted Yew
And the bluebells bob around our shoes
The task of remembering the tell-tale clues
Goes to my sorrowful wife
Who is counting the days on her fingers
Con amore, Nick.
Leggi l'originale qui.