"It ain't that in their hearts they're bad. They comfort you, some even try
They nurse you when you're ill of health, They bury you when you go and die
It ain't that in their hearts they're bad, They'd stick by you if they could,
But that's just bullshit...People just ain't no good"

("People Ain't No Good", 1998)


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[2019] The Red Hand Files - Issue #38 (torna all’elenco)

Ti ho conosciuto nei primi anni 80 grazie al mio padrino. Avevo circa 8 anni. Più avanti, in un periodo difficile, ho trovato molto conforto in The Boatman’s call. Ora ho tre bambini e la cosa mi riempie di paura e di speranza. Son addolorato per il futuro in cui dovranno vivere. Mi sconcerta, l’oscurità sembra irrefrenabile

Nick, Melbourne, Australia

Mi è sempre piaciuto il verso di Nature boy a proposito di come la bellezza salverà il mondo. C’è qualcosa che tu ritieni davvero bello e duraturo e forte abbastanza da poterci salvare?

David, Germany, Berlin

Cari Nick e David,

Capisco molto bene la vostra angoscia. È spesso difficile guardare il mondo da un’ottica che non sia quella apocalittica e facendolo, semplicemente, disperare. Ti svegli al mattino, guardi al nuovo giorno – cielo blu e nuvole soffici, poi va online e dieci minuti dopo hai perso la voglia di vivere.
È triste, ma il terrore esistenziale che noi assorbiamo da questa constante offensiva di cattive notizie può diventare il dono che noi passiamo ai nostri figli – un’ansia da fine del mondo che risuona attraverso le generazioni e contagia ogni cosa che facciamo.

Nel primo verso della canzone dei Bad Seeds Nature boy, ricordo un incidente capitato quando avevo quattordici anni a casa di mia nonna a Melbourne. Vidi un servizio al telegiornale che mostrava il filmato del tentato omicidio di un candidato alla presidenza americano, George Wallace. Ricordo che mi colpiva il fatto che fosse reale, non una messa in scena come nei film e di essere stato molto disturbato dalle immagini. Semplicemente non avevo mai isto niente di simile. Questa sequenza del filmato, in particolare, è rimasto fissato nella mia mente da allora: il discorso di Wallace, la camminata tra la folla, l’assassino armato, lo sparo della pistola, Wallace che sanguina steso a terra. Mio padre, che stava guardando la tv con me, si accorse della mia angoscia e la sua risposta fu duplice. Mi disse che sì, succedevano cose terribili come quella, decise anche di mostrarmi la roba che lui riteneva bella – leggendomi spesso qualcosa e incoraggiandomi a seguire una direzione artistica nella mia vita. Fu un’azione semplice, ma efficace, un ribilanciamento di bene e male e a suo modo mi cambiò la vita.

Così, ho sempre ritenuto un dovere di genitore mostrare a mia volta ai miei figli cose belle e rivelargli in questo modo l’esistenza di un altro mondo. Quello che intendo parlando del bello sono le cose interessanti, ispiranti, ambigue, impegnative, qualche volta pericolose che esistono nel mondo dell’arte. Ho la sensazione che il web ci fornisca un rapido accesso ad una vasta e sempre più profonda marea di merda orribile, dove la crudele realtà del mondo è ben coperta. Questi continui assalti di negatività possono erodere le nostre anime e quelle dei nostri figli. Il mio lavoro è mostrare ai miei figli che c’è un intero universo che esiste al di là dei tetri problemi di tutti i giorni. Ciò non li distoglie da certe verità, ma almeno gli ricorda che quel mondo parallelo di arte e immaginazione può letteralmente salvare la loro vita, come di sicuro ha salvato la mia.

La buona notizia è che i bambini reagiscono bene a questo tipo di sollecitazione. È bello immaginare che mentre si occuperanno delle loro faccende e si confronteranno con il mondo, magari avranno in tasca una copia di Lolita, come quella che mio padre diede a me, infilata nella tasca della loro giacca. E mentre reagiscono al mondo che noi abbiamo costruito per loro, inventando nuove forme di follia al di là della nostra comprensione (come noi abbiamo fatto coi nostri genitori), è confortante pensare che abbiano qualche contezza della natura estetica del mondo e dell’estrema capacità di redenzione dell’arte.

Con amore,

Nick.



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