Caro Nick, un paio di anni fa mi sono trovato nel bel mezzo di un’accesa discussione su come ognuno di noi immaginasse la voce di Dio. Almeno un paio di persone hanno detto che, secondo loro, la voce di Dio sarebbe stata simile alla tua. Non io. Per qualche contorto motivo la mia idea di Dio rimanda a Tom Waits. Nella tua mente, Dio ha una voce e se sì, è una voce familiare? O Dio si fa sentire in altri modi?
RUTE, LISBONA, PORTOGALLO
Cara Rute,
spero che la voce di Dio sia qualcosa di diverso da una tonante e autoritaria voce maschile. Non sarebbe una piacevole sorpresa? Che bello sarebbe se la voce di Dio non assomigliasse a quella di Tom Waits o di Nick Cave – o di Morgan Freeman, se è per questo. Che sollievo sarebbe! In sala di registrazione, quando sovrapponi più voci, capita che più sono numerose e varie, più il timbro del coro diventa puro, siccome ogni individualità viene cancellata e si raduna nel fluire di un unico suono pulitissimo.
Man mano che si aggiungono altre voci, avviene una curiosa reazione inversa e la cascata di voci sembra diventare più piccola, più distillata e stranamente intima. Forse è quello il suono della voce di Dio. Forse quella di Dio potrebbe essere la combinazione delle voci di innumerevoli miliardi di anime raccolte, un’assemblea di defunti che parla all’unisono – senza rancore, predominio o divisione; forse è così: una imponente chiamata polifonica che risuona dai cieli nell’esile e determinata voce di un bambino; priva di sesso, pura e semplice, dice: “Guardami, sono qui.”
Con amore, Nick.
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